La pars rustica:
il commercio e le
attività produttive
Non inizieremo qui col parlare di un luogo antico ma di un edificio attuale, ossia della Stazione Ferroviaria di Albisola.
Essa si trova in Piazza Giulio II, esattamente di fronte all’area archeologica della villa: chi scende dal treno ed esce dalla stazione, nell’attraversare il piazzale, oggi adibito a parcheggio, cammina in uno spazio che in epoca romana, costituiva la pars rustica della nostra villa.
Ma torniamo ai giorni nostri.
E’ stato a partire dal 1957, durante i lavori di costruzione della nuova stazione che cominciarono ad emergere le strutture di tutto questo settore della villa: iniziò così la lunga campagna di scavo archeologico (per saperne di più vai al contenuto speciale “la storia degli scavi ma non solo”) che permise di porre in luce un vasto edificio quadrangolare dotato di un’area centrale a cielo aperto di dimensioni notevoli (circa 50 metri di lato).
Terminato lo scavo e la documentazione delle strutture, proseguirono i lavori di costruzione della stazione e della piazza; anche se le murature furono ricoperte, non rimasero del tutto celate: una parte di esse, il lato est del grande edificio, è visibile sotto il porticato di proprietà delle Ferrovie e il tracciato di gran parte dei lati ovest e sud è evidenziato, in piazza e in via Sisto IV, dalla presenza di apposite lastre di travertino.
Il lato nord è esattamente sotto l’edificio di ingresso ai binari. Il termine pars rustica è in uso in archeologia per indicare l’insieme di ambienti e strutture di sevizio, pressoché privi di apparati decorativi, finalizzati alla gestione di attività produttive.
In questa zona della villa però quasi certamente non erano presenti solo impianti produttivi ma anche botteghe, empori, alloggi servili e zone di ricovero per gli animali, affacciati sull’esteso cortile centrale che fungeva anche da luogo di mercato e di accesso per chi arrivava a cavallo.
In particolare si ipotizza che le strutture individuate a nord-est, fossero pertinenti a vasche e canalette di un impianto per la lavorazione di materie prime provenienti dai campi coltivati collegati alla villa e per la produzione di derrate alimentari. Per quanto riguarda le attività commerciali, durante gli scavi, sia in questa zona, sia nel resto dell’area, sono stati rinvenuti molti reperti, di cui non sempre si conosce il contesto preciso di rinvenimento (per saperne di più, vai al contenuto speciale “La storia degli scavi ma non solo”), tra cui anche monete e frammenti di anfore. La pars rustica infatti, oltre che ospitare magazzini per lo stoccaggio di merci e derrate utili alla vita delle persone che vivevano nella villa, era sicuramente anche un luogo di scambio. Dedichiamo a questo argomento uno specifico approfondimento dal titolo “Il commercio raccontato dai reperti” raggiungibile cliccando qui, ma nel frattempo vi presentiamo alcuni esempi di reperti appartenenti alle due classi di materiali più eloquenti quando si parla di commerci ossia le monete e i contenitori da trasporto.
ASSE DI ADRIANO (134-138 d. C.)
Zecca di Roma
Metallo: Bronzo
D/: [HA]DRIANVS AVGCOSS III[PP] testa di Adriano laureata rivolta a destra.
R/: [FE LICI] TASAVG Felicitas drappeggiata stante di prospetto con testa a sinistra, ramoscello nella destra protesa, lungo caduceo verticale nella sinistra.
Peso: 9,55 gr
Diametro: 24 mm
Scavo 1957
ANTONINIANO DI AURELIANO (272-273 d. C.)
Zecca di Mediolanum
Metallo: Bromzo
D/: IMPAVRELIANVSAVG busto radiato e loricato di Aureliano rivolto a destra.
R/: FORTVNA REDVD Fortuna seduta a sinistra su una ruota, con timone nella destra e cornucopia nella sinistra. In esergo, lettera illeggibile.
Peso: 3,5 gr
Diametro: 22/23 mm
Scavo 1957
ANTONINIANO DI CLAUDIO II il Gotico (268-270 d. C.)
Zecca di Roma
Metallo: Bromzo
D/: IMPCCLAVDIVSAVG busto radiato e paludato di Claudio II rivolto a destra.
R/: GENIVS EXERCI Genio turrito nudo con mantello pendente dalla spalla sinistra, stante di prospetto con testa a sinistra, patera nella destra, cornucopia nella sinistra.
Peso: 3,1 gr
Diametro: 21 mm
Scavo 1972
ANFORA
Nome: collo d’anfora “africana piccola” bizacena del Basso Impero
Classe: anfora
Materiale: argilla
Datazione: III-IV secolo d.C.
Misure: h 13,5 cm; diametro orlo int. 10 cm
Dove si trova ora: Depositi Soprintendenza, Genova
Questo reperto è un frammento di anfora prodotta in Africa, molto probabilemte proveniente dai territori dell’odierna Tunisia. A partire dal II secolo dopo Cristo queste zone assunsero una enorme importanza nell’ambito dei commerci in tutto il Mediterraneo, non solo come punto di partenza per la diffusione di merci ma anche per la produzione di contenitori per il loro trasporto. Il frammento che vi mostriamo appartenneva ad un’anfora molto diffusa destinata al trasporto del garum, la salsa di pesce apprezzata in tutto l’impero romano.
ANFORA
Nome: collo d’anfora Keay LV
Classe: anfora
Materiale: argilla
Datazione: V-VI secolo d.C.
Misure: h 18,5 cm;
Dove si trova ora: Depositi Soprintendenza, Genova
Note: Rinvenuto frammentario, ricomposto e integrato
Nell’immagine vediamo un collo di anfora con anse e parte della spalla. Apparteneva ad un tipo di contenitore da trasporto di produzione africana piuttosto diffuso in tutto il Mediterraneo in età tardoantica, utilizzato per il trasporto, lo stoccaggio e la conservazione di alimenti come ad esempio le olive e il garum, la famosa “salsa di pesce”, ingrediente tipico della cucina di epoca romana.