Scopri la villa romana
Perchè
Benvenuti nel sito web ufficiale del sito archeologico della villa romana di Alba Docilia.
In questa breve frase è stata usata la stessa parola due volte, ma volutamente. Il termine “sito” prima indica un “luogo digitale”, immateriale, dopo un “luogo fisico”, concreto, che posso toccare e in cui posso camminare. Questi due spazi non sono uno sostitutivo dell’altro, ma si integrano a vicenda, l’uno ci fornisce qualcosa che l’altro non dà e viceversa. E ciò è particolarmente vero quando si tratta del nostro patrimonio culturale, come in questo caso.
Ma c’è di più: un sito internet che parla di un luogo di cultura non dovrebbe nascere con il solo scopo di farci venire voglia di visitarlo.
Esso deve dire anche molto altro: farci sapere che quel luogo esiste, che quel patrimonio appartiene a tutti noi, che ciò che non posso vedere o toccare fisicamente “sul posto” lo posso osservare attraverso un contenuto digitale comprensibile e facilmente accessibile.
Nel caso specifico della villa romana di Alba Docilia, un aspetto importante da tenere presente è che il luogo fisico non è né una mostra, né un museo. E’ un’area archeologica circoscritta, un luogo dove sono presenti solo strutture antiche, muri che delimitano spazi, grandi e piccoli, semplici e articolati, in cui le persone vivevano e svolgevano più attività.
Nell’area archeologica non ci sono oggetti, solo strutture.
Eppure durante gli scavi sono stati rinvenuti moltissimi reperti. Essi sono conservati in appositi luoghi di tutela dove chi se ne prende cura si occupa della loro conservazione e, secondo necessità, li studia. Solo in rare occasioni e in minima parte sono stati esposti al pubblico.
Le strutture visibili all’interno dell’area molto ci dicono sull’aspetto di questo luogo nell’antichità ma sono soprattutto i reperti, gli oggetti della vita quotidiana, che ci aiutano a comprendere come vivessero qui le persone in epoca romana.
Tra i vari intenti di questo sito web vi è infatti quello di mostrare da vicino alcuni dei più eloquenti e rappresentativi tra questi oggetti e di “farli parlare” attraverso un linguaggio adatto a tutti, all’interno dei loro contesti di utilizzo quotidiano. In questa ottica, il sito si presterà ad essere, inoltre, un utile strumento didattico fruibile dalle scuole.
Ma non solo: esso nasce anche con l’intenzione di fornire un punto di accesso ad una bibliografia scientifica, a contenuti speciali e ad approfondimenti riguardanti la villa romana e, più in generale, alle notizie sul mondo della tutela del patrimonio culturale ligure, attraverso un link diretto alla pagina degli eventi e delle news della Soprintendenza.
Introduzione storico-archeologica
L’area archeologica si trova in Liguria, nel comune di Albisola Superiore, il cui antico nome latino era Alba Docilia.
L’area, interamente a cielo aperto, delimitata e ben visibile, è ampia circa 2000 metri quadrati; al suo interno è presente parte dei resti delle strutture di una villa di epoca romana imperiale.
Nella letteratura archeologica è stata talvolta indicata con il termine di villa mansio per via delle sue dimensioni e sulla base di confronti con complessi simili, caratterizzati dalla compresenza di edifici di uso privato e di uso pubblico. Nel nostro caso, sebbene il complesso comprenda l’abitazione di chi vi risiedeva, un’area termale e un’ampia zona destinata probabilmente a empori, magazzini e ad un centro per la lavorazione di merci e derrate agricole, essa verrà indicata con il semplice termine di villa.
Ciò che oggi è in luce costituisce solo una parte di tutto il complesso, che si estendeva per oltre 9.000 metri quadrati, sia verso nord, dove ci sono la piazza e la Stazione Ferroviaria, sia verso est, dove ora si trovano la chiesa di San Pietro e il portico annesso alla stazione stessa: i resti delle murature esistono ancora, sono stati interrati e coperti dalla pavimentazione moderna e sono evidenziati da lastre di travertino inserite nel selciato di piazza Giulio II a ricalcarne l’andamento.
Perimetro dell’area archeologica
Ingombro dell’estensione
nota della villa
Osservando il sito archeologico “dal vivo” o attraverso le immagini che qui vengono proposte notiamo subito che i resti oggi sono circondati dalla città moderna: già prima della costruzione della villa, il territorio era assai diverso rispetto a quello attuale, la linea di costa era molto più arretrata e il mare era quindi più vicino. Al posto delle case, dell’autostrada e della ferrovia immaginiamo estesi boschi di lecci e querce, con la immancabile e tipica presenza di arbusti come il nocciolo, il corbezzolo e il ginepro, ambiente assai somigliante a quello ancora adesso presente sulle colline dell’immediato entroterra; la pianura circostante era utilizzata a scopo agricolo: erano presenti infatti campi coltivati a cereali, frumento, orzo e legumi e piantagioni di castagni, ulivi, viti e noci. Un insediamento in questa zona esisteva già in epoca preromana. Ne abbiamo certezza grazie al rinvenimento, nel 2008, di una necropoli a incinerazione databile all’età del Ferro, situata a poca distanza dall’Area Archeologica della villa, dove oggi si trova la sede dell’Associazione Nazionale Alpini. Nel corso di questa indagine è stata inoltre documentata la traccia di un antico corso d’acqua, identificabile con un tratto del Riobasco, un affluente del torrente Sansobbia, interrato da accrescimenti e interventi di epoca romana. Tra questi è stata identificata una struttura riferibile ad una banchina connessa con un percorso lastricato in evidente connessione con il vicino complesso residenziale della villa.
L’occupazione di questa parte della Liguria era per i Romani una priorità in quanto rappresentava una garanzia di sicurezza per i collegamenti con la provincia della Gallia e della Hispania; il riassetto delle vie di comunicazione nell’ambito dei territori conquistati costituisce un aspetto fondamentale per il processo di occupazione di questa zona e troverà il suo culmine con la riorganizzazione di età augustea e il definitivo inserimento della Liguria nella Regio IX. In tale ambito le aree agricole del territorio docilio cominciano ad espandersi e a popolarsi grazie alla nascita di insediamenti sparsi. E’proprio in questa fase che nel I secolo d.C. venne costruita, al centro della pianura tra il colle del Castellaro e il mare, la villa.
Anche se nella piana albisolese, ad oggi, non esistono rinvenimenti riconducibili a tratti viari di età romana, recentemente è stata riproposta
l’ipotesi secondo cui esistesse una viabilità principale interna, la Via Aemilia Scauri, dalla quale si diramava probabilmente una rete viaria secondaria che collegava l’entroterra con la costa, attraversando gli insediamenti e toccando le villae e gli edifici colonici sparsi nella pianura.
La villa di Alba Docilia venne abitata per tutta l’età imperiale e le prime testimonianze del suo abbandono risalgono al IV-V secolo. Per conoscere l’evoluzione del territorio dopo il V secolo e durante il medioevo, clicca sui link per accedere agli approfondimenti intitolati “Dopo la villa” e “Il paesaggio albisolese dopo il Mille”.
La villa era formata da un grandissimo spazio aperto quadrato, di oltre 50 metri di lato, che costituiva, con gli annessi che vi si affacciavano, un polo commerciale e manifatturiero, con magazzini, empori, il mercato e i luoghi di ricovero per gli animali (la cosiddetta pars rustica); in adiacenza verso sud, rivolta verso il mare, si trovava l’area residenziale (la pars urbana), costruita volutamente su una porzione di terreno lievemente più elevata, dove vivevano il gestore della villa, la sua famiglia e i suoi schiavi. Una serie di ambienti era certamente riservata ad ospitare viandanti e mercanti. Infine, verso ovest, era presente l’ampia area termale.
Il complesso era dotato di due ingressi: si ritiene che il portone principale fosse situato a sud, in corrispondenza del peristilio più grande; un altro accesso, presumibilmente a nord, favoriva l’entrata alla pars rustica.
Sono le tre grandi aree funzionali della villa, ossia la pars rustica, la pars urbana e le terme, a scandire gli argomenti qui trattati, nel tentativo di mettere in risalto, attraverso la descrizione delle strutture in situ e dei reperti rinvenuti, gli aspetti legati alla vita quotidiana e alle attività delle persone che qui vivevano, lavoravano e stazionavano.
Una ulteriore area tematica è esclusivamente dedicata ai ritrovamenti riferiti all’apparato decorativo e architettonico. La villa infatti si distingue tra i complessi residenziali di epoca romana noti in Liguria non solo per la sua estensione e articolazione planimetrica ma soprattutto per la ricchezza dell’apparato ornamentale, fatto di marmi, stucchi, mosaici, ed eleganti pitture parietali.